Rinascere dalle proprie ceneri: il big show dei Dear Sandy

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Dear Sandy è una rock band capitanata da Gloria M., voce e penna del gruppo. L’abbiamo intervistata sul questo progetto, uscito con il singolo Big Show.

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Dear Sandy è una modern rock band giovanissima, nata dall’esigenza di comunicare le proprie emozioni e canalizzarle in modo costruttivo anche tramite l’arte. Il progetto si presenta con il primissimo singolo dal titolo Big Show: abbiamo fatto qualche domanda a Gloria M., lead vocalist e penna della band, che ci ha raccontato i processi creativi dietro le chitarre e l’attitudine rock’n’roll.

– Dear Sandy è un progetto freschissimo, nato da poco, dalle sonorità rock moderne. Cos’è che lo ha scatenato, e come ha preso vita?

I Dear Sandy sono nati dalla disperazione e dal buio fondamentalmente. Il tutto è stato scatenato dalla valanga di eventi che mi hanno travolta e devastata personalmente negli ultimi due anni. Quando rimani in ginocchio hai due possibilità: rimanere lì e consumarti, oppure prendere e usare la sacrosanta indignazione che rende liberi da certe gabbie a servizio della creatività. Ho dato vita al progetto utilizzando la rabbia e il dolore consapevolmente, per metterli a servizio del progetto. Questi due alleati, a differenza di quanto si può pensare normalmente, mi hanno guidata per ritrovare luce.

– Big Show, singolo di debutto uscito per Zoo Dischi, è un inno di protesta. Di cosa parla e a chi si riferisce in particolare?

Il Big Show è la vita quotidiana, il grande show che dalla mattina quando ci alziamo viviamo tutti noi. Ognuno di noi lotta, ognuno indossa le proprie ferite, cerca di trovare un punto di conciliazione con i paradossi e con i demoni interiori. Pensiamo di essere in pieno controllo su tutto, quando in realtà siamo ostaggi inconsapevoli di un tempo veloce e distratto. Ma ci fermiamo mai a chiederci ’ Che cosa voglio veramente? al di là dei dogmi e dei pregiudizi che separano le apparenze dalle sostanze. Ecco nel brano vi chiediamo di riflettere proprio su questo.

– Il singolo è in lingua inglese: c’è una ragione precisa dietro questa scelta? Qual è stato il processo creativo che ha portato alla canzone che ascoltiamo oggi?

Il brano è nato dopo un aver preso una porta in faccia, un No che ha bruciato parecchio. Il livido è emerso dopo poche ore attraverso la creazione di Big Show. L’inglese è una risposta naturale al mio modo di concepire e mettere insieme musica e testi. Sicuramente c’è una grande influenza del mio background di ascolti ed esperienze di vita all’estero. Ma non escludiamo per il futuro l’italiano.

– Il video musicale di Big Show sembra raccontare una storia di ribellione fatta di cadute e di momenti di cui invece si ha il pieno controllo. Nell’era in cui sembra non esserci più così tanta attenzione verso questo medium in particolare, c’è un messaggio che il video vuole trasmettere assieme alla canzone stessa?

Come dicevo all’inizio, comprendere che la rabbia e il dolore possono essere canalizzati in modo costruttivo e non distruttivo significa ridefinire se stessi e la propria vita. Il personaggio nel video si sveglia dal coma dell’animo, rifiuta di ingurgitare le pillole del Big Show e finalmente si risveglia e riconosce se stessa attraverso un atto di coraggio e ribellione.

– Qual è il prossimo passo dei Dear Sandy e quale vorreste che fosse il vostro big show con questo progetto?

Stiamo lavorando al primo album. l progetto racchiude il senso di che cosa significhi essere vivi, accettando buio e luce, angoscia ed estasi della vita. Molti dei brani, che spaziano da momenti più grintosi a momenti più riflessivi, sono inni di sopravvivenza ispirati alla lotta per rimanere fedeli alla propria natura. Anche nei testi l’esigenza primaria è raccontare e condividere storie di resistenza, imperfezione, errore e si, anche sane dosi di rigenerante leggerezza.

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