Lepre fa dell’Auditorium il suo “Eremo” in un live intimo ed emozionante

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Lepre - Auditorium Parco della Musica

Mercoledì 11 dicembre Lepre, all’anagrafe Lorenzo Lemme, ha festeggiato il primo compleanno del suo disco “Eremo” con uno speciale concerto nella Sala Studio dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.

La performance è intima, dialogata, in un continuo scambio con il pubblico che diventa parte integrante del concerto. L’artista ci spiega e ci racconta la nascita di questo disco, ma anche la sua evoluzione come cantautore, come persona.

È una data importante per Lepre, visibilmente emozionato nei suoi primi passi sul palco. “Questo concerto è dedicato a Francesco Poppy’s Cerroni”, annuncia. La dedica all’amico, seguita da un lungo applauso, evolve naturalmente nelle note di “Candela”, un brano delicato che si accorda perfettamente ai toni seri e profondi che hanno aperto il live. Lo esegue con l’accompagnamento di basso di Giorgio Maria Condemi. Successivamente li raggiungerà alla chitarra Michele Mariola.

Un dettaglio ci incuriosisce: l’abbigliamento di Lepre.
Ma quante felpe ha?” ci chiediamo nella sala, tra vicini di concerto. Vediamo Lorenzo che di brano in brano si toglie indumenti indossati a strati.
Nell’intermezzo tra “Mezzo Scemo” e “Regole” il mistero delle felpe è svelato. Lepre ci racconta come ogni indumento e ogni colore rappresentino qualcosa di sé, un momento della sua vita, della sua evoluzione artistica, dal giallo della gioventù al nero della maturità.

E così, parlando e condividendo questa sua crescita insieme al pubblico, piano piano entriamo in confidenza, i toni si fanno più distesi. Arriva sul palco il vero Lepre, quello che sta dietro alla batteria, suo strumento prediletto. Appena prende in mano le bacchette si accende di una luce nuova.

Alterna momenti di pura energia come “Secondo Me”, e “Capannone” a note più emozionanti e toccanti come “Splendi”, brano che racconta un suicidio con l’invito ad impegnarsi per “evitare dolori evitabili”. Alcuni dei brani, uno di questi è “Calcinacci”, rendono evidente l’estensione vocale di Lepre, la sua capacità di adattarsi a ritmi più melodici quanto a momenti più graffianti e intensi, molto vicini al punk.

Ad accompagnare Lepre e la sua band arriva anche Francesco Chimenti, produttore di alcuni dei brani di “Eremo”, che sul palco prima si siede al piano e poi al violoncello.

Non mancano anche momenti molto particolari, capaci di coinvolgere il pubblico. Sulle note di “Mio Marito” Lepre si veste da sposa e inizia a correre per tutta la sala dell’Auditorium, seguito dagli sguardi incuriositi degli ascoltatori. Tra il pubblico, che non si limita ad applaudire ma accompagna Lepre nei suoi brani cantandone i ritornelli, spiccano anche interessanti ospiti, come Motta e Giancane.

Il concerto si conclude con “Vieni a prendermi”, “Acufeni” e “Limite”.
Nonostante l’aria gelida di dicembre, usciamo dall’Auditorium percependo un forte calore tra tutti noi che abbiamo passato questa serata insieme. La musica ci ha avvicinati, ci ha portati in quell’eremo che Lepre ha voluto condividere con noi, per mostrarci il suo mondo e la sua storia.

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