IASTIMO: NON A NORMA IN UNA SOCIETA’ SENZA NORMA.
questa vita l’ho vissuta come fosse normale / tutto gira / fosse normale (Iastimo, “Tutto Normale”)
Iastimo pubblica il 4 ottobre 2024 il nuovo album “Tutto Normale”, prodotto da Farina e distribuito da Orangle Records.
Come vivere in una società che sembra ignorarti?
A cosa aggrapparsi tra le macerie d’un paese che dimostra la sua ipocrisia?
Come risvegliare le menti ormai assuefatte da un mondo virtuale?
Iastimo, nome d’arte del messinese Giuseppe Comunale, col suo nuovo album “Tutto Normale” pone queste ed altre domande sulle quali dovremmo riflettere, almeno una volta, ancor meglio se a ritmo di musica.
Ascoltare “Tutto Normale” è un’esperienza non solo personale: i temi e le intenzioni che scaturiscono fra una traccia e l’altra ci riguardano più di quanto si pensi, come cittadini e come società. L’alternanza tra i vecchi ricordi dell’artista e temi conosciuti e vissuti da molti di noi crea un connubio perfetto di intimità e denuncia sociale.
Giuseppe nasce con una disabilità motoria per via di una malformazione congenita: Iastimo ne esprime pensieri e vicende, poiché anche se “in questa vita non c’è niente di normale” l’artista è riuscito a viverla con una pienezza peculiare.
La disabilità fa inevitabilmente da sottofondo a pensieri e parole di Iastimo, grazie alle quali l’artista richiama il tema mettendo in campo il proprio deficit, ma senza che questo diventi un lamento, tantomeno una richiesta di aiuto.
Il problema non è la condizione di “anormale” ma una società che fa di tutto (o niente, dipende dai punti di vista) per rafforzare quella tesi, spesso facendo autoconvincere i suoi figli a ritenersi “inferiori” rispetto a un qualcosa che neanche esiste, secondo un criterio arbitrario e spesso tendente al profitto di una parte.
L’album prende la forma d’un caleidoscopio, una casa di specchi dove ogni inedito mostra il riflesso di ciò che la società ci propina quotidianamente: atteggiamenti che disprezziamo, istituzioni in cui non ci riconosciamo, eppure il riflesso mostra ancora noi stessi.
Cosa cambiare intra-nos affinchè qualcosa cambi inter-nos? come attraversare la casa degli specchi?
Attraverso il suo ultimo album, Iastimo ci presenta uno spettacolo dove il nostro artista è il “capocomico”, senza però che lo show sia gestito in primo luogo da lui: in “zoppo” capiamo infatti l’ironia nel descrivere un teatrino quotidiano contornato da episodi di bullismo e prepotenza, spesso soffocati dallo stesso artista grazie al rifugio nell’arte (letteratura, cinema, musica e quant’altro). Molte sono le citazioni che ritroviamo in riferimento a questi mondi, che spesso ci salvano da quello dove la realtà ci ha posto.
Ho sempre pensato che la cultura abbia la capacità di aiutarci a comprendere le cose. La comprensione delle cose e poterle osservare con occhi pieni di altri “mondi” aiuta se non altro ad avere un confronto autorevole con l’ignoranza. Non si batte l’ignoranza, perché è viscerale. Annidata, ormai spesso, anche tra le persone di cultura. (Iastimo)
Centrale è l’ipocrisia della politica, supportata dalla superficialità d’un gregge che batte le mani senza porsi domande: l’immagine di un paese ormai morto, dove pochi sono quelli che riescono a farsi spazio, con forza, tra le “ceneri della distruzione”.
La mafia e l’illegalità vanno a braccetto con questi temi, generando una “lotta fratricida” così come la definisce lo stesso artista: realtà evidenti e diramate in tutta la penisola, dove sono troppi i giovani che si lasciano ammaliare, che decidono senza pensare, o che credono di non avere altra opzione.
Un’esplicita denuncia contro una popolazione massificata ed assuefatta da tecnologie e nuovi media, dove l’artista ricerca “le cose semplici come una volta” in mezzo alle cure effimere della società, come droghe e dipendenze.
E tu, dove hai ritrovato la semplicità? a cosa ti sei aggrappato per risalire?
Senza dubbio l’HipHop. Quando ero giovane, era semplice: ti incontravi con persone che riconoscevi da un pantalone largo o dalle dita sporche di vernice dalla notte prima. L’HipHop mi ha donato un modo per gestire emozioni di cui non conoscevo il nome: potevo, e posso tutt’ora, esternare me stesso in forme che in altri contesti non ho mai trovato. L’hip Hop mi ha dato, tra le tante, una cosa molto importante: la voglia di conoscere. Lo sport inoltre mi ha insegnato che il tuo corpo e la tua mente sono strumenti importantissimi e devi allenarli, sempre. (Iastimo)
Molti sarebbero gli argomenti, troppe le dinamiche di cui fare esperienza per poterne parlare. Il dolore vissuto è difficile da esplicare, il quale rende ancor più disarmante il tuo approccio, Iastimo, alla vita stessa. “Questa vita l’ho vissuta come fosse normale”: così scrivi e così ti presenti alle orecchie degli ascoltatori, nonostante la tua disabilità abbia inevitabilmente inciso sulla tua quotidianità fin dalla nascita.
Ma mi chiedevo, quante volte hai dovuto fare affidamento solo su te stesso, sentendoti come ignorato dalle istituzioni? Credi che la disabilità nelle sue forme più molteplici sia un tema che la politica dovrebbe trattare con più cura e coinvolgimento?
Il tema della disabilità è ancora trattato come un argomento per fare propaganda e campagna elettorale. Ho sempre avuto uno scontro più che un incontro con le istituzioni. Parlando della mia città, Messina, qui le cose peggiorano perché oltre a scontrarsi con l’indifferenza della politica si deve fare il conto con l’ignoranza dei cittadini. (Iastimo)
Questi ed altri temi sono racchiusi all’interno dell’album, il quale prende la forma d’un manifesto di lotta, ribellione, rivalsa.
Una lotta attiva contro una passività sociale che l’artista cerca di recuperare tra un beat e l’altro,
e penso non potesse scegliere modo migliore.
Adesso sta a voi entrare e ritrovarvi nella casa degli specchi, chissà dove vi porterà…
buon ascolto!