E venne di nuovo Fred… in 10 giorni azzurri.

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E venne di nuovo settembre… Con il vento fresco, le giornate di piogga sempre più frequenti (ma neanche tanto, visto il clima ballerino) e il caldo che da torrido va piano piano ad attenuarsi. Si torna a studiare per alcunə di noi, a lavoro per altrettantə. Settembre è quella porta “arancione” verso il “blu” invernale.

Fred Again..

Tra il freddo e il caldo si posa l’incanalazione di un mood come quello di “ten days”, il nuovo disco del pluripremiato producer Fred Again.., che con la stessa vena autobiografica dei precedenti lavori, offre un altro spaccato di vita più asincrono. Un azzurro intenso tra pace e malinconia che abbraccia le artwork di questi 10 giorni, ognuna dedicata ad un singolo. Ben 10 interludi a volte pieni, a volte talmente ridondanti da suonare anonimi, al limite del “filler”. Ma forse è proprio il gusto della scoperta che spinge ad ascoltare e riascoltare “ten days”… Il significato criptico di frasi, parole, accenni, pause, in un mosaico di sfumature tra il grigio e il blu.

Lo sbocciare con la positive energy di “adore u” passa dalla soave e tremolante voce di Obongjayar allo show off di basso e sampling nei breaks di Fred. Il ritmo bumpy ma thoughtful di “fear less” con l’acclamato Sampha, portatore di una nuova wave RnB. L’assist in produzioni sensazionali di crescendo infiniti con gli immancabili Skrillex, Four Tet, Joy Anonymous e Duskus, la new entry del club UK. “glow”, il pezzo in questione, è una perfetta sintesi di teamwork, gli accordi primari di Duskus si prestano al potente lead di Fred e Joy, sotto cui arriva un passaggio di drums accuratamente selezionate da Skrillex per poi terminare al sapiente arrangiamento della struttura di Kieran (Four Tet).

Il momento più alto si raggiunge con “just stand there”: SOAK, cantautorə irlandese di stampo acoustic-pop, offre la voce per un vocal chop chirurgicamente selezionato per essere il più possibile evocativo. L’unione di un synth risucchiato che si trasforma in una cassa dritta e piano loop con il canvas di una coppia che sta apparentemente per nascere.

“I just stand there
Just before she says that she loves me
I’m alive and I can feel it
And my one-bed apartment feels like a coliseum
And I just stand there, laughing at you
‘Cause I can’t believe this is real”

In qualche modo “ten days” sembra essere questo. Un concentrato di puro amore dolce e amaro, casualmente incanalato per realizzare un disco. E chissà quanta altra gioia, in pari alla sofferenza, può contenersi in questo disco. “i saw you” e “where will i be” sono inni per un amore che sembra potrà mancare o è già sparito. Ma tutto poi si chiude con le tracce nove e dieci, le vibes contrastanti e altalentanti di “peace u need” e “backseat” con The Japanese House, che in qualche modo risolvono e lasciano al caso. Il futuro riserverà ancora tante altre sorprese.

Ci si aspettava forse qualcosa di più da Fred, ma “ten days” rimane una tappa fondamentale per una crescita artistica che ancora non ha esaurito minimamente il proprio potenziale.

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