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Persi negli anfratti dell’underground romano (perché non c’è altro modo per definirlo se non “indie”) si può trovare veramente di tutto. Ed è sicuramente una nota positiva visto che, banalmente, i locali non fanno mai mancare le nuove leve, sia d’estate che d’inverno. I biVio sono una di quelle band che non ti aspetti di sentire ad una serata qualunque, perché fanno veramente di tutto. Si passa dal rock di sonorità più commerciali, al reggae pop fino a sfiorare il prog metal. Noi di Nemosounds abbiamo deciso di voler capire meglio il loro messaggio, passando per EX SYNC, il loro ultimo progetto full-length.

Per chi non vi conosce, come vi descrivereste? Chi sono i biVio?

Siamo una band internazionale, approdata a Roma stranamente. Dico “stranamente” perché si sente più spesso dire: «Vado a Parigi, Londra, Berlino, negli Stati Uniti…!» Noi abbiamo percorso questa strada in una direzione imprevista, e all’incrocio di questo bivio capovolto, ci siamo ritrovati con l’intenzione di voler proseguire insieme.
L’incrocio è tra l’Italia, la Francia e l’Argentina delle nostre origini.
Tra il rock, il folk e l’elettronica che viaggiano all’interno delle nostre canzoni.
Tra gli strumenti che cambiano suono, le voci che cambiano ruolo, le parole che cambiano lingua… La contaminazione è la nostra identità!

Il sound biVio sembra essere “tentacolare”: prende da un sacco di generi, stili e addirittura lingue differenti per poi rideclinarsi in un sound proprio. Da dove nascono le vostre principali ispirazioni? sia estetiche che musicali.

Infatti tentacolare ci sembra un aggettivo perfetto !

Il nostro primo album, uscito ad ottobre del 2024, è composto da tanti tentacoli che si srotolano in diverse direzioni, ma che cercano sempre di mantenere un centro, un magnete che tiene insieme i suoi pezzi. EX SYNC è il frutto di un lungo processo che racchiude tutta la prima fase del progetto (dal duo acustico alla band al completo) e quindi non poteva che essere eclettico e fantasioso a scapito forse di una coerenza stilistica solida e visibile. Le canzoni al suo interno spaziano dai primi brani composti 6/7 anni fa ognuno per conto suo, a quelli più recenti scritti per e con la band. Sicuramente questo primo step di espansione ci sta portando in un posto che ci assomiglia sempre di più e che continueremo ad esplorare per definire sempre meglio la nostra estetica.

Per quanto riguarda invece le ispirazioni, abbiamo dei gusti e influenze musicali molto varie, ma ci accomuna sicuramente la passione per la musica anglosassone degli anni 70’.

Nello specifico, a Martin piace soprattutto il rock contaminato dalle sonorità elettroniche (Radiohead, Joywave e CRS). A Homero invece l’energia del punk fine anni ’70, che ha saputo ispirare gran parte della musica che è nata in seguito (Magazine, Pixies, Bjork). Natalia è legata alla tradizione della musica orchestrale, alla musica folk anni 60 e 70 cantautorale (Joan Baez, Leonard Cohen, Joni Mitchell) o anche ai gruppi folk-rock che esplorano l’armonia (Crosby Still Nash and Young, Simon and Garfunkel, The Beatles…). Lorenzo ha ascoltato molto la musica cantautorale italiana (Battiato, De Gregori, Niccolò Fabi).

La formazione biVio al completo

Perché EX SYNC? Cosa vi ha spinto a scegliere questo titolo e quale significato si cela dietro ad esso?

Ci abbiamo messo un po’ a dire il vero. Poi come spesso accade, è alla fine del lavoro che le canzoni stesse ti svelano da sole cosa le lega e cosa vogliono davvero raccontare.

C’era sempre qualcosa di intimo e dimenticato, da ritrovare. Una sorta di antica sincronia con sé stessi e con il mondo, una temporalità diversa dalla frenesia nevrotica che scandisce la nostra vita moderna. Il gioco dei tempi scanditi e sospesi, rallentati e accelerati, è la linea guida di questo viaggio desincronizzato. Sia nei testi, sia nella composizione che negli arrangiamenti stessi dell’album, attraversiamo diverse dimensioni del tempo che ci aiutano forse a ritrovare una connessione con il nostro ritmo interiore.

L’idea che c’è dietro al sound di “EX SYNC”, è di raccontare sempre due vie distinte che non possono però esistere l’una senza l’altra. Il digitale e l’analogico. Si parla bene di due velocità diverse. Ci pare evidente che di questi tempi ci sia un abuso della tecnologia con la quale pensiamo di poter risolvere tutti i problemi.

Siamo i primi ad esserne dipendenti anche nella musica che facciamo. Ci offre enormi possibilità e potenzialità, ma spesso poi se manca l’elemento analogico, quel tocco di semplicità umana che tocca nel profondo, manca veramente l’essenziale.

Nel disco si nota tanto la vostra coesione. Si percepisce biVio come un’entità unica più che come componenti di una band. Un elemento che mostra tanto quest’unione nei vostri brani è l’utilizzo dei cori. È importante per voi il canto come mezzo di connessione?

Appunto, cos’altro più del canto ci porta alla parte più analogica di noi stessi? La voce è il primo strumento dell’essere umano. Appena nasciamo, la prima cosa che esce da noi è la voce. E’ la manifestazione del nostro sentire, la vibrazione che crea il legame tra l’interno e l’esterno creando la magia della comunicazione e della connessione.

Cantare insieme fa risuonare le nostre corde con le corde degli altri, ed è una delle sensazioni di armonia più esplicite e tangibili che ci siano.

Poi c’è anche un fatto quasi politico, nel modo in cui cerchiamo di non alimentare una gerarchia univoca all’interno della struttura della band. Non c’è una voce principale da seguire, come accade nella maggior parte dei casi. Ci piace spiazzare l’ascoltatore, lo spettatore che si aspetta una voce lead, un front man o front woman. I ruoli non sono delimitati e impermeabili, ci piace lasciare spazio a chi vuole prendere la voce.

E’ vero che per funzionare, un gruppo, come una squadra di lavoro qualsiasi, ha anche bisogno di competenze specifiche che spesso e volentieri appartengono a persone diverse. Ma potersi mettere alla prova facendo anche qualcosa di diverso, al di fuori della propria comfort zone, è il motore che spinge a tirare fuori delle nuove e inaspettate risorse.

EX SYNC è ormai uscito da qualche mese. Avete dei progetti futuri definiti ad oggi tra live e nuova musica?

Stiamo organizzando un concerto a Roma prima della partenza del nostro bassista Homero, che torna in Argentina a metà febbraio per visitare la sua famiglia che non vede da più di due anni!

Con l’occasione vorremmo far uscire un nuovo singolo.

Ci piacerebbe mantenere una certa regolarità con le uscite dei brani, e ne abbiamo già un paio sul fuoco. Pubblicheremo anche alcuni video live del nostro release party a Roma e un terzo videoclip per la canzone Anoche Ayer, unico pezzo in spagnolo dell’album.

C’è anche un progetto teatrale in vista, forse due, e poi il tour di quest’estate da organizzare, quindi questo 2025 si annuncia ricco di esperienze e di musica!

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