BIG DAVE, un viaggio tra terra e cielo in “Figlio della luna”.
Perché mai restare qui? / Ti guardo e non mi riconosco / Meglio ricominciare da zero / Che qua mi sento un alieno
(BIG DAVE, Prosopos)
BIG DAVE esce con il suo primo album intitolato “Figlio Della Luna”, un progetto identitario R&B/Urban fuori ora per Artist First.
Prodotto da Giordano Dan, l’album segna l’inizio di un percorso artistico innovativo, in cui BIG DAVE esplora le molteplici sfaccettature della Black Music, dal soul all’afrobeat, offrendo al pubblico un’esperienza sonora autentica e ricca di contaminazioni.
Nato a Roma da madre italiana e padre originario della Repubblica Democratica del Congo, BIG DAVE rappresenta in modo autentico un ponte tra due mondi: “Figlio Della Luna” riflette l’incontro tra le sue radici africane e la realtà italiana, il tutto attraverso una voce R&B potente, narrante di amori tormentati, evoluzioni interiori e un senso di appartenenza a più identità.
L’artista si mette completamente a nudo dando voce non solo alle sue esperienze personali, ma a quelle di tutta una generazione che vive la ricchezza della diversità e affronta con coraggio le sfide emotive che essa comporta. Ogni traccia dell’album è una tessera di un mosaico che celebra l’unione di anime diverse, luoghi lontani e culture che si fondono in una stessa melodia.
BIG DAVE dichiara: “Sono orgoglioso dell’uscita di questo album, e lo sono per molteplici ragioni. È il mio primo vero e proprio disco, dove ci sono raccolti anni di frustrazione e passione, necessità di comunicare e di raccontare quello che spesso a parole è difficilissimo fare. Questa esperienza per me equivale ad un percorso terapeutico, di cui sono protagonista e spettatore. […] Questo disco è la testimonianza che possiamo evolvere, crescere, ed essere consapevoli nel farlo. Mi ha regalato l’opportunità di conoscere persone importanti per il mio percorso, mi sono riconnesso con le mie radici, e ne sto insediando di nuove. E soprattutto, questo è solo l’inizio di una nuova storia, e non vedo l’ora di scoprire dove mi porterà!”
Ma indaghiamo un po’, giusto per averne un assaggio.
Seguimi e ti mostro la via / Sacri come l’Avemmaria / Figli della Xenofobia
(BIG DAVE, come Paride)
Questo brano si rivela come una riflessione a cuore aperto sulla condizione sociale che attraversa l’Italia in questo periodo storico. Dalle difficoltà sull’integrazione alla necessità di una sensibilizzazione all’uguaglianza. Le sonorità si mischiano tra una forma musicale Urban, influenze R&B edAmapiano/Afro.
Come giostre / Salta su che qui tocchiamo il cielo / Come giostre / Stringimi la mano questo giro non finisce mai
(BIG DAVE, Giostre)
Il brano utilizza l’immaginario delle giostre per descrivere le emozioni forti e imprevedibili dell’amore: il protagonista si sente in bilico e in preda a sensazioni contrastanti ogni volta che vede l’amata, paragonando la relazione a un giro sulle montagne russe, con alti e bassi che lo lasciano senza fiato. La metafora delle giostre e del Lunapark rappresenta il desiderio di vivere intensamente il momento, senza voler scendere da questa “giostra” emotiva. Il testo porta con sè un senso di vertigine ed evidenti evocazioni visive: i capelli rosa “come zucchero filato” ad esempio, o la luce della persona amata che brilla più della luna.
Mi perdo in questo viaggio, cercando me dentro di te / Un sogno un po’ selvaggio, mi rende invisibile
(BIG DAVE, Prosopos)
Il termine “prosopos” (lett. “aspetto”,“volto”, ma anche “maschera”) indica in questo contesto l’incapacità di riconoscere il fatto che l’identità, in tutte le sue sfaccettature, non derivi prettamente da un io definito. Essa diviene un dono sociale, ed in quanto tale, noi siamo chi siamo solo grazie all’interazione con chi abbiamo di fronte e intorno a noi. Il ritmo incalzante che richiama la housemusic e le melodie R&B di cui è composto il brano instradano in un viaggio alla ricerca di se stessi negli altri, con la chiave narrativa di un capo tribale alla ricerca della propria tribù.
Se anche tu sei rimasto incuriosito da questo progetto così versatile e multietnico, non ti resta che perderti tra le note dell’album.
Ti auguriamo buon viaggio!