Accettare i traumi: a tu per tu con SARAFINE

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Il mondo musicale di SARAFINE si distingue per la sua complessità e profondità, riflettendo una sensibilità che sfida le convenzioni e si discosta dalle tendenze superficiali. In un panorama artistico spesso dominato da formule preconfezionate e dalla ricerca incessante di consensi immediati, SARAFINE si presenta come una figura altamente autentica. La sua musica non si limita a seguire il flusso delle mode del momento; piuttosto, è il risultato di una profonda introspezione e di un’analisi critica della società contemporanea.

Parlando dell’anno appena trascorso e della sua scelta, assolutamente controcorrente, infatti, è noto come l’artista abbia deciso di non pubblicare brani o album appena uscita dal talent X-Factor. SARAFINE ha dichiarato: “E così sono rimasta, in silenzio, a scrivere la mia narrazione e la mia musica” 

Facendo una considerazione generale sull’intero album Un trauma è per sempre: come molte opere d’arte, essa si presta a interpretazioni diverse, influenzate dalle nostre esperienze personali. Ascoltando il disco, abbiamo pensato alla favola per bambini “Macarena Tricipités e il circo dei due mondi”, che racconta di una ragazzina domatrice di tori che insegna loro a fare le capriole. Successivamente, decide di andare al Circo Iberico in Spagna per insegnare agli elefanti a suonare la chitarra, e poi al Circo Latino, dove si esibisce con tigri e altri animali selvatici. Alla fine, stanca di dover domare gli animali con la frusta, decide di ritirarsi e diventare un’”accarezzatrice”.

Mi sembra che la storia di questa ragazzina presenti molti punti in comune con la tua esperienza, col non seguire le logiche, col dare al mondo (musicale) una visione diversa, andare contro le regole del mercato, della performance, delle cose che bisogna fare”. Ma allora è davvero possibile smettere di correre e di inseguire un certo tipo di sistema? Come si cambiano le “regole del gioco”?

Non saprei dire come si cambiano le regole del gioco. Io mi sono soltanto guardata dentro e ho capito che non mi riconoscevo più da troppi anni e avevo necessità di ritrovarmi.

In occasione di un tuo concerto estivo, non abbiamo potuto fare a meno di notare il tuo lato travolgente e la ricca fusione di riferimenti alla tradizione popolare e alla musica colta.  Quale significato hanno per te questi elementi nella tua personale concezione del mondo sonoro?

Mi piacciono diversi stili musicali ed io scelgo come viaggiare su ogni brano ricercando il mondo sonoro che il brano necessita. Tutte le scelte sonore incontrano sicuramente un mio gusto personale ma sono anche totalmente a servizio del messaggio che voglio comunicare e del modo in cui voglio comunicarlo.

Un trauma è per sempre non è un disco facile da comprendere per un orecchio sicuramente non abituato a un certo tipo di atmosfere. Questo è un problema che ti poni quando scrivi? Quanto scrivi per te stessa e quanto scrivi per il pubblico?

Generalmente scrivo cose senza una particolare destinazione e in seguito recupero tra il mio materiale di frasi e concetti per adattarli alla musica, questa fase di adattamento la compio tendo in considerazione il pubblico, di cui sento di far parte anche io che sono la prima utente a fine produzione. Se una cosa mi entusiasma nutro una forte fiducia che possa entusiasmare anche qualcun altro. In conclusione scrivo per entrambi con la stessa intensità.

Come li supera i traumi Sarafine e qual è il miglior modo per farlo?

Io non penso di aver superato i miei traumi, credo di averli riconosciuti e compresi. Solo a seguito di questa comprensione hanno smesso di avere un ruolo distruttivo nella mia vita ma hanno guadagnato un ruolo liberatorio mi hanno permesso di capirmi di piú.

La narrazione è un elemento chiave nella tua musica. Come scegli le storie da raccontare e soprattutto come scegli il modo di raccontarle? Spesso sento forme della lista-canzone gabberiana, altre volte la lirica logorroica degli Offlaga Disco Pax… la verità però è che il tuo mondo è unico e si piazza a metà tra i drammi generazionali e l’introspezione.

Senti molto bene! Sono palesemente degli artisti che mi hanno stimolata e formata. La narrazione per me è importantissima. Credo che nel mio caso sostenga tutto. Per me rappresenta lo stimolo iniziale nella creazione di un brano e il motivo per portarlo a termine e proporlo al pubblico.

A cura di Saverio Beccaccioli e Carlotta Procino

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