WET: “Cicatrici”, il nuovo brano della band torinese sulla sofferenza

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Nonostante la fine ufficiale della stagione estiva non sia ancora giunta, molti si preparano a lasciare alle spalle l’atmosfera vacanziera per tornare al lavoro. “Cicatrici”, il nuovo brano dei WET, risuona con i cuori infranti, esprimendo rancore, sofferenza e rammarico. Il testo e il suono della batteria evocano il dolore di una relazione finita, descrivendo il lutto e l’incapacità di andare avanti. Mentre si cercano i segni dell’amore perduto, rimangono le cicatrici delle esperienze vissute. La canzone serve a riconsiderare le priorità e a fare pace con i propri sogni infranti.

Nonostante ufficialmente la stagione estiva non sia finita, un po’ tutti siamo costretti a lasciarci alle spalle l’umore vacanziero. La leggerezza che contraddistingue il mese di agosto, cede il passo al ritorno in ufficio. Gli amori sbocciati in totale assenza di controllo dei freni inibitori restano un lontano ricordo e tutto è destinato a sfiorire. In questa cessione all’autunno, il nuovo brano dei WET si incastra perfettamente. “Cicatrici” è stata rilasciata nelle scorse ore ed è pronta ad essere consumata da tutti i cuori infranti.

“Ho smesso di pensarci
A quei momenti nostri
A quella voglia che mi sfiora
Di riprovarci ancora
E con quei pianti cosa pensi di dirmi?
Se poi te li asciuga un altro
E poi perché mi guardi con quello sguardo?
Che sembra solo che mi vorresti morto”

Rancore, sofferenza e rammarico si parano nelle orecchie dell’ascoltatore fin dalla prima strofa. Una voglia di riprovarci fatta, per lo più, dal ricordo agro-dolce che una relazione lascia sulla pelle. Contemporaneamente, però, si staglia l’immagine di un superamento di quell’amore da almeno una delle due parti. Subentra qualcun altro nel gioco delle parti, un probabile “chiodo” pronto a raccogliere i cocci di ciò che si è infranto. “Sembra solo che mi vorresti morto”, del resto nel gioco delle parti ognuno di noi è il cattivo nella narrazione dell’altro.

“A volte penso che
Nulla ha senso se
Quando guardo gli altri
Cerco te dentro agli occhi
E non ne trovo simili
Allora dimmi perché
Qualcosa non va in me
Se resto qua ad aspettarti
nonostante gli sforzi
Per dimenticarmi di te
Ma io non lo so fare”


Il tono graffiante di Alex Canale riesce ad esprimere tutta la sofferenza incisa all’interno del testo. Il sound della batteria, sotto lo sforzo di Daniele Canalicchio, restituisce l’idea dei battiti del cuore infranto costretto ancora a sostentare il corpo. Si è dilaniati al termine di una relazione e il lutto diventa l’unica chiave di lettura per tutto ciò che ci circonda. Ogni singola esperienza viene caratterizzata e contraddistinta dal sapore dolce-amaro con cui si è costretti a ingoiare la bile. Nel mentre si continuano a ricercare i segnali della presenza di ciò che è andato via. Una stasi, quella descritta dalle parole dei WET, che brucia per l’incapacità nell’andare avanti.

“E con te mille sbagli
E’ con te che ho imparato
Ad amare i miei sogni
Ad avere uno scopo
Ora sto ore a pensare
Seduto a fumare
Fuori alla finestra
Mentre muore una stella
Con te
Sembra solo che mi vorresti morto”

Non resta, quindi, far altro che tirare le somme. Perché si, nonostante la relazione finisca ciò che ci lascia resta indelebile. Attraverso le sensazioni positive che proviamo quando siamo innamorati, i nostri sogni ci appaiono più vividi e facilmente raggiungibili. L’essere umano si nutre di quell’amore e pregusta le aspettative e le speranze che porta con sé. Tutto sembra più vivido, le stelle stesse sembrano solo fari nella notte pronti a indicarci la via maestra. Quando, però, l’amore muore e noi restiamo nell’assordante e cacofonico buio siamo pronti a far morire quegli stessi lucidi sogni. Le stelle si appannano e la voglia di chiuderci al mondo la fa da padrone.

“Cicatrici” racchiude tutta l’inadeguatezza che possiamo provare quando l’amore finisce. Quando gli sbagli ci appaiono più grandi delle cose belle e il cuore non vuol andare avanti. Il dolore si mescola alle lacrime, al fumo e ai costanti pensieri. Un costante mettersi in dubbio fatto da rimpianti e di rimorsi per quello che sarebbe potuto essere e quello che non sarà mai. Di conseguenza, metter in musica tutte queste emozioni diventa quasi un modo per poter fare un re-frame in grado di ristabilire priorità e sogni.

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