WE CAN’T SZI… GET ENOUGH!
Raccontare lo Sziget Festival è come cercare di spiegare al risveglio un sogno troppo bello per essere reale. Dal 7 al 12 agosto 2024, l’isola di Óbuda a Budapest si trasforma in un mondo a sé stante, dove ogni momento è stracolmo di emozioni, colori e suoni che ti trasportano altrove.
L’atmosfera dello Sziget è unica e, per certi versi, ricorda quella dei mesi trascorsi in Erasmus, quando ti trovi a vivere fianco a fianco con persone provenienti da ogni angolo del pianeta, è un’esperienza che va oltre il semplice festival musicale: è gioia condivisa e inclusività.
7 agosto: si parte con l’adrenalina alle stelle. Appena atterrate all’aeroporto di Budapest, abbiamo lasciato i borsoni nel nostro appartamento e ci siamo subito dirette verso il Festival. La destinazione? Il K Bridge, il ponte che rappresenta il portale d’accesso al luogo in cui la capitale dell’Ungheria si trasforma nell’epicentro del divertimento.
La lineup parte subito alla grande. La nostra prima tappa infatti è il Lightstage, un palco di dimensioni contenute, ma dall’impatto enorme, che sa farsi notare e ascoltare. Il primo nome che abbiamo avuto il piacere di sentire è quello di Laila Al Habash, che per la prima volta porta la sua musica allo Sziget Festival. C’è chi canta a squarciagola, chi conosce già ogni canzone del suo ultimo EP Long Story Short, e chi, semplicemente passando di lì, viene catturato dalla sua musica e si ferma ad ascoltare. L’emozione è tanta, soprattutto nel vedere un’artista italiana che sta conquistando sempre più spazio nel panorama musicale, esibirsi in un contesto così intimo all’interno di un festival di tale portata.
La nostra esplorazione del villaggio continua e ci rendiamo subito conto, con un misto di sorpresa e rassegnazione, che ogni giorno ci attende una maratona di almeno 20 chilometri. Una fatica sì, ma piacevole, quasi come se fossero le nostre personali Olimpiadi di Parigi 2024.
La sera porta con sé l’attesa per i grandi nomi sul Main Stage, come Tom Odell e Kylie Minogue, ma la nostra curiosità ci spinge anche verso qualcosa di nuovo. Decidiamo di fare un salto al set di Artemas, artista britannico di origini cipriote che quest’anno ha conquistato il pubblico con la sua I Like the Way You Kiss Me, diventata virale su TikTok. Il suo live è all’altezza delle aspettative, tanto che ci fa venire subito voglia di immergerci in tutti i suoi ultimi lavori.
Nonostante fosse solo il primo giorno, non ci siamo risparmiate e abbiamo deciso di vivere al massimo la full experience dello Sziget. E cosa c’è di meglio che salutare l’alba con un dj set di Loco Dice?
8 agosto: la giornata successiva inizia con la sensazione che ci attenda qualcosa di speciale. Da fan di lunga data di Halsey, l’emozione di rivederla su un palco così importante dopo anni di pausa si respira nell’aria, condivisa da tutti i fan che incontriamo e con cui scambiamo qualche parola durante la giornata.
Prima di immergerci nel set di Halsey, facciamo una tappa al dropYard, dove si esibisce Ele A, tra i talenti più brillanti del rap attuale italiano. Siamo riuscite a scambiare due chiacchiere con lei prima dello spettacolo, percependo la sua consapevolezza di trovarsi su un palco più grande rispetto a due anni fa e di poter raggiungere un pubblico ancora più ampio.
Dopo averla visto al Miami Festival di quest’anno, avevamo già un’idea di cosa aspettarci e, Ele A non ci ha deluso: si è riconfermata come un vero gioiello del nostro panorama musicale attuale.
La sera ci siamo precipitate al concerto di Halsey, riuscendo ad arrivare fino sotto il palco. Per un’ora abbiamo cantato a squarciagola i brani dei suoi album più vecchi e le nuove tracce che sta rilasciando quest’anno. Ancora incredule per l’esperienza appena vissuta, ci siamo poi dirette al Revolut Stage per concludere la serata in bellezza, lasciandoci incantare dalla voce potente e magica di Aurora.
9 agosto: La terza giornata è stata, per me, la più attesa di tutto il festival. Non c’è bisogno di dire come lo Sziget, per l’occasione, si sia trasformato in un vero punto di ritrovo per fan italiani, e in particolare napoletani. Con Liberato in lineup, Budapest si è magicamente trasformata nella “Budapest Liberata” che tutti stavamo aspettando.
Ma prima, facciamo un passo indietro. La giornata è iniziata presto con il live di Giuse The Lizia al Lightstage. Appena arrivati, ci siamo trovati immersi in una vera e propria festa, con Giuse The Lizia perfettamente a suo agio sul palco con i fan di lunga data e con chi lo stava scoprendo per la prima volta. Abbiamo anche avuto l’opportunità di scambiare due chiacchiere con lui, visibilmente emozionato e carico di entusiasmo per l’opportunità di esibirsi in uno dei festival più importanti d’Europa.
Successivamente, è stato il turno di un altro artista molto atteso in Europa: Venerus. Il suo concerto è stato semplicemente magico, vissuto sotto il palco con un’intimità tale che sembrava quasi stesse suonando solo per noi. L’atmosfera era incantata, proprio come la sua musica, e ha creato la perfetta premessa per quella che si sarebbe rivelata una serata di fuoco.
Da questo momento in poi, purtroppo, le esibizioni in lineup hanno iniziato a sovrapporsi, costringendoci a fare una scelta difficile: decidere cosa vedere. Con la speranza, quasi utopica, di riuscire ad ascoltare qualche minuto del set di Liam Gallagher, sfortunatamente terminato con almeno 15 minuti di anticipo, siamo volate direttamente da Liberato per scatenarci in un set elettronico, tutto da ballare e cantare. Il risultato? Ho perso la voce per i due giorni successivi.
10 agosto: Per questa giornata ci eravamo ripromesse di prenderla con più calma, ma l’entusiasmo era ancora alle stelle. In lineup c’erano artisti come Louis Tomlinson, Bebe Rexha, Martin Garrix, il duo americano Neil Frances e molti altri. La parola d’ordine? Ballare e divertirsi fino all’alba. Dopo una breve pausa tra un set e l’altro per ricaricare le energie, abbiamo atteso con impazienza le 4 del mattino per attendere l’alba insieme alla musica di Ellen Allien.
11 agosto: Dopo un’immersione nell’elettronica, siamo tornate al rock per assistere all’attesissimo concerto dei Fontaines D.C., la band irlandese che ci ha conquistato negli ultimi anni e che ha appena rilasciato il nuovo album Romance.
Prima, però, facciamo una tappa dal principe del rock italiano: corriamo al The Buzz per assistere al live di Naska, accompagnati dalle urla di un pubblico che cantava ogni parola delle sue canzoni.
La sera, finalmente, passiamo a un genere che adoro: il Post Punk. Il momento tanto atteso è arrivato: il concerto dei Fontaines D.C. Personalmente, non vedevo l’ora di vederli dal vivo, l’emozione era paragonabile a quella delle directioner sottopalco per Louis Tomlinson la sera precedente. Dopo un rapido salto da Becky Hill e Janelle Monáe, abbiamo deciso di correre verso il Revolut Stage per pogare insieme ai i Fontaines D.C., facendoci completamente ricredere sull’idea che avevamo inizialmente di una lineup un po’ debole quest’anno. Il loro concerto ha ripagato ogni dubbio.
Con le poche forze rimaste, ci siamo poi dirette al Main Stage per assistere a un’altra performance molto attesa: quella di Sam Smith. Lo Sziget sembrava essersi completamente trasformato in un grande omaggio a lui. Alcuni cantavano in piedi, mentre altri si erano sistemati sui prati intorno al palco per godersi il concerto in tranquillità. L’atmosfera è stata davvero emozionante.
Come da tradizione, la nostra serata è proseguita tutta la notte con i dj set allo Yettel Colosseum, dove Sven Vath ha fatto da padrone. Questo è solo un esempio di quanto lo Sziget Festival possa offrire agli amanti della musica: non c’è mai un momento di pausa e per la prima volta abbiamo capito l’utilità degli stand dove acquistare le cuffie antirumore.
12 agosto: Per questa ultima giornata, da un lato c’è stata la tristezza di arrivare alla fine e il desiderio di aver potuto vedere e vivere di più del festival. Dall’altro, c’è la consapevolezza di aver sfruttato al massimo il tempo che abbiamo avuto. Dopo il set pomeridiano, con la carica di Victoria allo Yettel Colosseum, siamo dovute partire proprio mentre il set di Fred Again stava per iniziare, lasciandoci l’amaro in bocca per non aver potuto assistere all’artista più atteso dello Sziget Festival.
In sintesi, mentre vivi lo Sziget Festival, ti sembra a volte eccessivo e stancante, e ti viene il dubbio se la lineup ti abbia dato tutto quello che stavi cercando da questo Festival. Nonostante tutto, una volta lì, capisci che è inutile fare confronti tra anni e lineup diverse: lo Sziget si sta evolvendo in un modo che sembra funzionare, come dimostrano l’affluenza di quest’anno e i biglietti già venduti per l’edizione del prossimo anno. Noi siamo già carichi e non vediamo l’ora di riviverlo e di scoprire cosa ci riserverà la prossima edizione, con particolare interesse per il genere che dominerà, dato che quest’anno l’elettronica è stata la vera protagonista.