Eco Sound Festival: tappa fissa
Eco Sound Festival, diverrà tappa fissa per Nemo Sounds. Il festival tra i più sostenibili in Italia porta sul palco lo show di Samuel dei Subsonica e SARAFINE
Di festival spettacolari per location, selezione qualitativa della programmazione artistica e architetture organizzative sia di forza lavoro che di engagement sul territorio ne abbiamo visti tantissimi e ne continueremo a vedere altrettanti girando in lungo e in largo per lo stivale. Ma le magie succedono solo in alcuni casi sporadici ed Eco Sound Festival è stato uno di questi.
In provincia di Viterbo, in un piccolo borgo incantato appena sotto i monti Cimini, più precisamente a Caprarola nel Parco delle Ex Scuderie di Palazzo Farnese si è appena concluso lo storico festival che negli anni è diventato un punto di riferimento per artisti del panorama nazionale.
Da sempre Eco Sound mette in atto una serie di esperienze sostenibili che poche altre realtà in Italia possono vantare: da un’attrezzatissima area camping, a bicchieri riutilizzabili che aiutano a risparmiare energia contribuendo a ridurre l’inquinamento marino, all’oggettistica come sedie e tavoli costruiti con balle di fieno pressate e bancali di legno per aumentare la consapevolezza ambientale fino ad arrivare agli elementi di corredo che valorizzano il territorio della tuscia che per sua natura geografica e storica continua, in parte, a sfamare bocche grazie alla terra e ai campi.
L’atmosfera era un incanto di sublime bellezza, un palcoscenico grandioso che si perdeva tra le pieghe lussureggianti della natura. Tutto era perfettamente integrato nel contesto, come se l’opera dell’uomo avesse trovato la sua vera dimora nel cuore del bosco.
Le luci, in un gioco di riflessi e ombre, danzavano tra i giganteschi alberi, creando un effetto etereo e quasi soprannaturale. I raggi luminosi si intrecciavano con le fronde, generando un tappeto di colori che mutava a ogni istante, arricchendo l’ambiente di una dimensione quasi fiabesca.
Ma veniamo alla musica. L’headliner della serata, il buon Samuel frontman dei Subsonica è stato piuttosto tiepido in tutta la prima parte dello spettacolo, confermandoci ancora una volta come l’auto cannibalismo della moda rétrò apra una recessione di senso all’infinito: strizzare l’occhio alla dance dei novanta con un flashback a quella dei settanta o paragonabile a quella dell’elettronica dei club delle grandi città europee rappresenti un concetto un pò… potremmo dire démodé.
Il problema è che nella musica, a differenza della moda, tutto ciò che è démodé non finisce per tornare in voga. Ma forse Samuel (o perché forte della sua personalità o perché non lasciando spazio a parodie grottesche), sembra non essersene accorto. E almeno nella prima mezz’ora di spettacolo ci ha dato l’idea di essere su un SUP in mezzo ad un mare piatto dove per inerzia ci si muoveva. Poco. Nella seconda parte del concerto finalmente ha dato sfogo alla sua classe e preparazione.
Al contrario SARAFINE è stata convincente, una performer, intrattenitrice e vocalist assolutamente preparata, in grado di farci aderire già dal primo brano alla sua poetica.
La sua era una forza evasiva che partendo dalla tecno abbracciava il dubstep, rendendosi abrasiva sia nel pop che nella trap, senza degenerare all’interno di un vortice EDM sterile.
L’artista stanutiense Kim Gordon, diceva di sentirsi spaventata dalle persone che non avevano il senso della storia, quello che SARAFINE ha dimostrato è non solo di avere un forte senso della storia ma anche della tradizione inserendo nella sua elettronica così viscerale l’aria Habanera di Bizet dalla Carmen e anche Riturnella dalla tradizione calabrese. Entrambe vengono inserite come citazioni distorte quasi come fossero riprodotte da un mangianastri difettoso.
Tutto sommato l’entusiamo era veramente tanto sia per SARAFINE che per Samuel e di questo bisogna prenderne atto ma permetteteci di dire che almeno questa volta, la nuova scuola ha lavorato meglio della vecchia in termini non solo estetici ma anche musicali.
Eco Sound, per noi, continuerà a essere una tappa fissa.