Le Primo: avventure di due streghe moderne

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COVER INUTILI CONSIGLI

Alessandra e Linda sono due sorelle, protagoniste del duo musicale romano LePrimo. Cantautrici e compositrici della loro arte, spaziano tra il pop elettronico e il trip hop, creando armonie uniche attraverso la fusione delle loro voci. Ci hanno raccontato il loro viaggio tra difficoltà e successi, la loro musica il loro rapporto simbiotico e, più in generale, la loro identità.

Iniziate il vostro percorso musicale con Immunodepressi, il vostro primo singolo, datato 2022. Come nascono innanzitutto LePrimo come duo, e cosa ispira questa canzone sulla fragilità umana?

Wow, il 2022 sembra davvero un’eternità fa, e in un certo senso lo è! LePrimo siamo noi, da sempre. Siamo sorelle e la musica è sempre stata una costante nella nostra vita, come se fosse un’altra sorella. Abbiamo fatto musica in modi diversi fin da piccole, ma sempre insieme, come un gioco, sperimentando. Poi, a un certo punto, abbiamo deciso di prenderci davvero sul serio e di divertirci con questa arte, e così è nato il nostro progetto come duo.

“Immunodepressi” è stato uno dei nostri primi singoli, scritto durante la quarantena. In quel periodo, tutti ci siamo sentiti fragili, gli equilibri che davamo per scontato sono venuti giù, e ci siamo resi conto che, per la prima volta, eravamo tutti uguali, alla pari. Questa consapevolezza ci ha spinto a riflettere sull’essere umano, così incline alla solitudine, ma allo stesso tempo profondamente connesso con gli altri, proprio come i pianeti durante un’eclissi.

Fuori di me dice “ballo da sempre tra i gatti e le volpi”, ma anche “sottopelle dove il fuego si nasconde”, lo stesso fuoco che troviamo anche in Mille Giri. Immagini molto evocative che mi colpiscono molto, quasi come appartenessero ai pensieri di una strega moderna. Quanto è autobiografico tutto questo?

Entrambe le canzoni sono state un viaggio molto personale, ecco la verità! Fuori di me cattura il fuoco che brucia sotto la pelle quando ti confronti ogni giorno con situazioni e persone tossiche, che spesso incappano in stereotipi. È quella voglia di fuggire, di evadere da tutto ciò che ti avvolge e ti limita. In Mille Giri, il fuoco cambia direzione e si lega a un amore complicato, quasi irraggiungibile. Qui, il fuoco diventa il motore di una stregoneria che riesce a trasformare tutto in arte. Le persone che se ne vanno lasciano segni indelebili, ma non sempre questi segni sono negativi. Al contrario, ci fortificano, ci insegnano a capire meglio chi siamo, cosa vogliamo veramente e, soprattutto, cosa non siamo più disposti ad accettare. A fare un giro DENTRO di noi.

 – A colpirmi è anche la vostra presentazione: sui social si legge subito “siamo due sorelle”. Collegandoci alla domanda precedente, l’immagine della strega è potente ma lo è ancor di più quando è assieme alle sue sorelle. Che ruolo ha il vostro legame all’interno della vostra arte?

Il termine “Strega moderna” ci rappresenta alla perfezione, ci piace tantissimo. Siamo quel tipo di streghe un po’ misteriose, che a prima vista sembrano tranquille, ma sotto sotto siamo piene di amuleti e poteri segreti. Il nostro legame nella musica è totale: dalla creazione alla motivazione reciproca, fino alla capacità di reinventarsi e sperimentare sempre con cose nuove. Condividiamo gli alti e bassi come su una montagna russa: anche nei momenti difficili, ci completiamo a vicenda e, insieme, riusciamo a creare cose che da sole non avremmo mai immaginato.

– Le vostre sonorità si dividono tra il cantautorato pop e l’elettronica, con influenze trip hop in stile Portishead. Quali sono gli ascolti che rendono LePrimo, dal punto di vista umano e artistico, così LePrimo?

Le nostre sonorità nascono da un mix di influenze diverse, che spaziano dall’elettronica alla musica indie folk. L’elettronica nordica e minimale, come quella dei Moderat, è per noi il lato più astratto e introspettivo, dove le sonorità si mescolano a una profondità emotiva che ci affascina. Gli ascolti che ci hanno maggiormente influenzato spaziano tra mondi diversi: c’è ad esempio Alice Phoebe Lou, capace di unire l’indie folk a una scrittura intimista, o James Blake, con il suo approccio sperimentale che sa fondere l’elettronica con la delicatezza della voce, creando un’atmosfera magnetica.

Berlino è un’altra delle vostre canzoni, quella che tra tutte mi ha incuriosita di più, complice il fatto di sentire una connessione particolare con quella città pur non avendo ancora avuto l’opportunità di visitarla. Come mai la scelta è ricaduta proprio sulla capitale tedesca? C’è dietro una storia o forse più di una, qualcosa che vi ha legate a Berlino al punto da doverlo tradurre in musica?

Siamo felicissime che Berlino riesca a trasmettere un po’ di quella magia anche a chi non ha mai messo piede in questa città straordinaria. Per noi è sempre stata un angolo di mondo speciale, il luogo dove abbiamo fatto il nostro primo viaggio insieme e dove siamo tornate più volte, complici anche alcuni amici che vivono lì da anni. Berlino rappresenta un’energia unica, una città che ci ha sempre ispirate, ma è anche una dedica a un’amicizia profonda che, durante uno dei nostri viaggi, è stata messa a dura prova. Lì, in quella città, abbiamo vissuto il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, con tutte le difficoltà che comporta. Fortunatamente, siamo ancora amiche e ci vogliamo ancora un gran bene!

Alcune frasi della canzone, come “questa distanza è un muro che sta per crollare”, racchiudono questo doppio significato: è un arrivederci a una fase della nostra vita che stava finendo, ma anche un atto di liberazione e di crescita. Berlino è la nostra bambino interiore.

– Il vostro viaggio continua con Porpora, brano che vi porta anche al MEI – Meeting Etichette Indipendenti nell’edizione 2024. Che tipo di esperienza è stata? 

Molto bella, breve e intensa. E’ stato entusiasmante far parte di una dimensione in cui la musica emergente viene davvero valorizzata e Faenza aveva una bellissima energia grazie a tutti gli artisti e alle persone che erano lì per la stessa causa.

Inutili Consigli è il vostro ultimo singolo, uscito lo scorso novembre. Un inno ai propri sogni, un invito a inseguirli diventando artefici della propria strada nonostante la paura e i giudizi altrui, pur non sapendo cosa si troverà. Il viaggio è quindi più importante della meta? Com’è, finora, il percorso tracciato dal viaggio del vostro duo? Infine, immaginiamo di fermarci giusto un attimo: quale sarebbe la meta perfetta, secondo LePrimo? 

Assolutamente si, il viaggio è TUTTO. Il nostro percorso è una montagna russa, a volte lento e in salita , quando tutto sembra fermarsi c’è una ripida e libera discesa piena di emozioni fortissime, come se la musica ci dicesse “pensavate di esservi liberate di me? Ehehe invece sono ancora qua guardatemi”. La meta? È difficile da definire, ma sicuramente è quella di continuare a cantare, scrivere e suonare insieme, raccogliendo sempre più soddisfazioni ed esperienze appaganti, che ci arricchiscono. 

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