Prim si presenta con “Luna in acquario ascendente sagittario”

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Lo scorso 14 novembre siamo stati al Detune a Milano per la presentazione del nuovo EP di Prim, “Luna in acquario ascendente sagittario“, arricchito di recente del nuovo brano “Coming Back from Marte”

La leggerezza e la spontaneità con cui Prim è riuscita a trasportarci nel suo mondo nostalgico per una sera, rispecchiano perfettamente ciò che abbiamo ascoltato in cuffia. La sensazione è stata quella di ricevere una cartolina da una persona lontana, che non vedi e senti da tempo. Assistere al live di Prim è come aprire e leggere quella cartolina: poche parole, dirette, perché bisogna raccontarsi in uno spazio limitato, in questo caso dentro un EP. I suoi testi sono un susseguirsi di vissuto e di emozioni, alcune espresse ad alta voce, altre forse tenute per sé. Insomma, abbiamo provato ad immedesimarci per cercare di capire com’è vivere con la Luna in Acquario e l’ascendente in Sagittario.

Hai raccontato che i brani nascono da esperienze personali, a volte dolorose. Tra questi, qual è stato il più difficile da scrivere e trasformare in musica? Quanto ti ha aiutato il processo di creazione a farti elaborare quelle emozioni?

Il brano più difficile da scrivere e trasformare in musica credo sia stato “206” perché forse, inaspettatamente, è quello su cui abbiamo lavorato di più. Abbiamo cambiato varie volte sound, produzione e testo per farlo come piaceva a noi. Dato che ci abbiamo messo molto tempo a scriverlo, nel frattempo sono successe diverse cose, la vita è proseguita con le sue faccende, tra cui la fine di una relazione che andava avanti da molti anni. Infatti, il testo iniziale parlava di una relazione ancora antecedente a quella che ho avuto con il mio ex, ma poi quando ci siamo lasciati “206” ha cambiato soggetto e ha aderito a quella porzione di presente. Devo dire che è stato anche liberatorio scrivere questo brano, mi ha fatto bene.

Nel dicembre 2022 hai scritto “Farci la guerra”, un brano che racconta la difficoltà di trovare un posto dove sentirsi a casa, una sensazione comune per chi si sente incompreso dall’ambiente che lo circonda. Ti va di raccontarci meglio il significato di questa canzone? E a distanza di quasi due anni, pensi di aver trovato quel luogo metaforico in cui ti senti davvero capita?

Questa canzone ha un significato importante per me perché parla del trauma dell’abbandono. L’ho scritta pensando a una litigata avuta in famiglia, che mi ha ferita molto e soprattutto mi ha fatto sentire non capita. A distanza di due anni continuo a sentirmi un po’ così, ma sicuramente scrivere questo pezzo mi ha aiutata molto ad elaborare la situazione. In generale elaboro molto della mia vita anche in altri brani. Con “Coming back from Marte” ad esempio, torna quel senso di abbandono che vivevo da piccola, quando mio padre partiva per lunghi viaggi di lavoro, quasi come dovesse andare su Marte.

Foto di La Blet

Cosa ti ha spinto a passare dalla scrittura in inglese a quella in italiano, nonostante le influenze fortemente internazionali nella tua musica e l’esperienza su palchi come il SXSW di Austin?

In realtà la scrittura in inglese c’è ancora, ma è “coperta”. Scrivo ancora le mie canzoni in inglese e poi le traduco, funziona così per la maggior parte delle volte, quindi diciamo non l’ho totalmente abbandonata. Devo dire che un po’ mi manca cantare in inglese, però ciò che mi tiene attaccata alla scrittura in italiano è il fatto che le persone possano effettivamente capire cosa dico. Arriva tutto allo stomaco molto più velocemente.

Nel 2023 hai avuto l’opportunità di aprire Vasco Brondi durante il suo tour e il tuo percorso ti ha portato anche su palchi internazionali. Man mano, sembra che questa strada ti stia regalando sempre più soddisfazioni. Che rapporto hai con la musica live? 

La musica live è assolutamente tutto per me, vivo per quello. Amo scrivere, registrare e chiacchierare come ora della mia musica. Tuttavia la parte del live è quella che mi fa esprimere al meglio. È stato bellissimo aprire il concerto di Vasco Brondi, un’esperienza stupenda e una bellissima opportunità, quando ci hanno invitato abbiamo accettato subito e organizzato tutto nel giro di davvero pochissimo tempo. Però il SXSW rimane ancora il mio ricordo preferito, è stato indescrivibile. Pian piano spero di poter suonare sempre di più e portare la mia musica il più lontano possibile. 

Se la tua musica fosse un dialogo tra la tua luna in acquario e il tuo ascendente sagittario, che cosa si direbbero questi due lati di te mentre cercano di raccontarti al mondo? 

Domanda difficile. Aiuto. Probabilmente non ci capirebbero un cavolo, nel senso che sono così incasinata nella mia testa e vivo tra super up e super down. Per questo credo che se ci fosse mai un dialogo tra questi due lati di me, ci sarebbero canzoni felicissime “tipo amo la vita”, canzoni tipo “odio tutti mi state tutti sul c*zz*”, canzoni tipo sono triste ho l’ansia ma anche grazie vita. Del resto ho scritto brani dal titolo Ho paura di morire.
E proprio perché la mia testa è incasinata, non so se si sia capito qualcosa di questa risposta. Perdonatemi, nelle canzoni mi esprimo meglio di così
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