“E Poi Svegliarsi Presto” dall’inquietudine dei sogni di Nervi
![Nervi6_ph.Lorenzo Torricelli](https://www.nemosounds.it/wp-content/uploads/2024/12/Nervi6_ph.Lorenzo-Torricelli-1024x675.jpg)
“E Poi Svegliarsi Presto” è il disco d’esordio di Nervi, pseudonimo di Elia Rinaldi, uscito il 29 novembre per Pioggia Rossa Dischi.
Le tracce di questo album si muovono tra un’atmosfera di inquietante sogno e di ancor più spaventosa realtà. Si dipingono in una poesia lunga 11 tracce tutte le contraddizioni dell’essere giovani, tra l’impeto di autodefinirsi e la contemporanea paura di marchiare il proprio Io in maniera indelebile.
Di sogni, vulnerabilità e gioventù ne abbiamo parlato insieme a Nervi.
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In questo disco è molto forte il tema della crescita, di cosa significa essere giovani adulti. Secondo te oggi quali sono le sfide maggiori con cui si confronta la tua generazione?
La convinzione di poter essere tutto ciò che si vuole nella vita e la convinzione che rinunciare a qualcosa sia una sconfitta. Liberarsi è una grande sfida.
Che cosa vorresti trasmettere a chi ascolta questo album? C’è un messaggio che vorresti venisse colto?
È difficile rispondere: un messaggio nello specifico non credo. Credo che è giusto che le persone ci leggano quello che vogliono leggerci. Vorrei lasciare la questione aperta. Non voglio che le canzoni si esauriscano nel mio punto di vista.
Se dovessi scegliere un brano rappresentativo di questo progetto, quale sceglieresti e perché?
Forse LA NOIA MORTALE. A livello di sound è un riassunto di tutto ciò che è ed è stato Nervi, e a livello testuale ha una posizione forte, che ritorna ciclicamente nel disco.
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Nella quinta traccia, STOMALE, ti chiedi se stare male abbia un valore sociale. È una domanda molto interessante. Sei riuscito a darti una risposta?
Mi chiedo nello specifico se abbia un valore sociale o “sia solo roba per lo psicologo”. Se ci pensi, sono due prospettive quasi agli antipodi. Non ho una risposta. Credo siano vere entrambe le cose, ma dell’aspetto psicologico se ne parla tantissimo, del valore sociale no. Non va tanto di moda.
Invece nella traccia di apertura, LA VITA DEI SOGNI, parli dei sogni come qualcosa di spaventoso. Le scene che racconti sembrano quasi prese dalla festa del diavolo ne “Il Maestro e Margherita”. I tuoi sogni quindi ti spaventano?
Ricordo che la mamma di Kurt Cobain disse al figlio “attento che a volte i sogni si avverano”. Mi colpì molto. Bisogna essere preparati per i propri sogni. Alcuni dei miei si sono avverati durante il Covid. Indipendenza economica, vivere in una grande città con i miei amici, tanto, troppo tempo a disposizione. La vita dei sogni non mi faceva stare poi così bene.
Qual è il brano di questo album in cui senti più forte la presenza di Elia, del te più autentico e anche più vulnerabile?
Ci sono alcune frasi dell’ultima canzone “E poi svegliarsi presto” per me davvero difficili da cantare. Mi sento nudo, conosco la storia dietro queste, e in alcuni momenti hanno un peso emotivo non da poco.